Dopo l'abbandono della barca da parte dell'ex Sindaco di Palermo, Diego Cammarata, prima che la stessa affondasse del tutto (ammesso che non lo sia già), la situazione economica in cui versa la principale amministrazione cittadina risulta disastrosa.
Di meglio, anche se ancora l'altro comandante non si è dato alla fuga, non sta facendo l'amministrazione regionale, che vanta un buco da quasi due miliardi di euro, a fronte di un esercito di dipendenti e consulenti. Frattanto, nel marasma politico pre elettorale, in cui si parla di primarie a destra ed a manca, non si tiene conto, o si fa finta, delle impellenze cittadine e regionali. A Palermo i rifiuti hanno ripreso ad accumularsi e si registrano agitazioni all'Amia, come in alre ex municipalizzate.
I creditori battono cassa e poco potrà fare il neo Commissario, Luisa Latella, per placare gli animi. La Regione dovrebbe affrontare il problema acqua, che dalle parti di Agrigento sta creando non pochi malumori. Da quando infatti è venuta fuori la notizia che la multinazionale svizzera Nestlè ha acquisito dal 2007 lo sfruttamento delle sorgenti sui monti Sicani, ( cedute dalla Regione Siciliana per una cifra ridicola) ci si chiede perchè la Girgenti Acque, gestore privato delle acque pubbliche, faccia pagare un'acqua dissalta il triplo, rispetto a quanto costerebbe quella purissima delle fonti prima citate di Santo Stefano di Quisquina. Resultante: dal 2007 la Nestlè fa affari d'oro grazie all'acqua Vera, ossìa l'acqua siciliana, e gli agrigentini sono costretti a razionamenti ed a comprare l'acqua in bottiglia. Tutto molto logico, no?
Ma non basta, poichè anche le falde acquifere di Palermo risulterebbero inquinate, e guarda caso dalle infiltrazioni provenienti dalla discarica di Bellolampo. Insomma, disinteresse per il pubblico e massimo interesse per il privato....siamo alle solite.