News Sicilia

Agenzia di Stampa Italpress
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  • SCILLATO (PALERMO)(ITALPRESS) – “Chi ha scritto di una mia opposizione alla candidatura di Lantieri afferma il falso: non sono abituato ai veti, sarebbe assurdo metterlo su una deputata che stimo e che è stata nominata vicepresidente Ars”. Così il Presidente della Regione Sicialiana Renato Schifani a margine della riapertura al traffico di una carreggiata della […]

  • TRAPANI (ITALPRESS) – A Trapani, la Polizia di Stato, su delega della Direzione Distrettuale di Palermo, titolare delle indagini, ha dato esecuzione a un provvedimento cautelare restrittivo nei confronti di 10 soggetti trapanesi, di cui 6 uomini e 4 donne, gravemente indiziati, a vario titolo, di appartenere a una associazione a delinquere dedita allo spaccio […]

Addio tv analogica. Il racconto ''in notturna'' di un professionista palermitano, che di televisione vive da 35 anni

Siamo (quasi) passati al digitale. A quest'ora un buon 90% dell'opera sarà completata, qualche strascico ci sarà comunque almeno fino a giorno 15. La Sicilia era il tassello mancante. Molti non noteranno la differenza, per molti non cambierà nulla, ma chi la televisione l'ha vissuta, la vive e soprattutto "la fa" è un cambiamento importante. Volevamo che questo "cambiamento epocale" fosse raccontato attraverso le parole di una persona che di televisione vive da quando era ragazzino. Un professionista del settore. Una ventata di romanticismo che non guasta mai e di cui ci stiamo dimenticando, mista ad amarezza per la disastrosa situazione in cui si trovano le emittenti televisive locali (soprattutto le più piccole e quelle che non potranno effettuare il passaggio e sono quindi destinate a scomparire).

Parole scritte stanotte mentre era al lavoro, come tutti gli altri colleghi e tecnici, facendo la spola tra la sua emittente televisiva e le "antenne" di Monte Pellegrino, per "andare a spegnere gli ultimi impianti analogici..."

Magari emozioneranno voi, che siate del mestiere o meno, come ha emozionato noi di Palermo Report. Lui è *Roberto Scaglione .

"Stanotte cambia la storia della televisione e sono triste, felice ma pur sempre triste, perchè saranno pure passati quasi trentacinque anni ma il panico della prima pellicola a fuoco non l'ho ancora dimenticato, e sarà pure che avevo poco più di dieci anni ma il nascondermi col mio piccolo camice bianco all'arrivo delle persone importanti è stanotte un ricordo presente più che mai. Troppo presente per dimenticare che crederci, nelle cose, fa veramente la differenza. Ci credevo quando stupivo con le mie piccole manine su quelle rudimentali apparecchiature e ci credo ancora in una notte calda come questa, con almeno trent'anni di più e con una passione immutata.

Eravamo a cavallo fra i '70 e gli '80, avevo già cominciato a fare la radio da qualche anno e continuo a farla ininterrottamente da allora, ma il ricordo del giorno in cui decisi che la mia vita sarebbe stata radio per passione e TV per professione è stanotte più nitido che mai. Nitido come il digitale che è arrivato in queste ore, a portare una dirompente ventata di novità insieme all'ennesimo pugno in faccia alle piccole realtà locali, già decimate nel 1990 dalla legge Mammì e nel ventennio seguente dalle allettanti offerte dei grossi network nazionali.

E ora? Ora ci sono una cinquantina di emittenti che dopo decenni di investimenti e sacrifici dovranno andare in affitto da altri operatori per cercare di non buttare tutto alle ortiche, progetti e livelli occupazionali seriamente in pericolo in una regione nella quale, obiettivamente, di qualche altro centinaio di disoccupati se ne farebbe volentieri a meno. E per molti di noi, quelli più romantici, insieme alla malinconia per le nostre vecchie e care televisioni libere, aleggia la paura di perdere l'oggetto della nostra passione, quella in cui hai creduto e intorno alla quale hai costruito la vita. Perchè se hai poco più di dieci anni e ti prende l'idea che premendo qualche bottone la gente grazie a te si informa, si emoziona, si diverte, o si addormenta, il danno è fatto... ed è un danno che per chi pensava per me un futuro diverso, da "professionista" giusto per non interrompere le tradizioni familiari, è stato in qualche modo un dolore, una passione da non reprimere ma un percorso professionale da ostacolare a tutti i costi.

E invece no, invece sono ancora qui stanotte, a contribuire a cambiare tutto, solo con i miei ricordi e le mie apparecchiature, diverse... troppo diverse da quelle di allora, più piccole e silenziose, più illuminate e troppo perfette per essere anche solo paragonate a quelle, ma con la stessa anima per chi continua a guardarle pure con gli occhi del cuore. Perchè pure se lo dicono in molti, siamo veramente noi quelli che facciamo il lavoro più bello del mondo, siamo i vostri occhi dove i vostri occhi non vedono e le vostre orecchie dove le vostre orecchie non sentono, siamo qui anche a Natale e a Ferragosto perchè la televisione non si spegne mai, perchè sarà pure passato più di mezzo secolo da quel 3 gennaio del 1954, ma il fatto che una cosa "l'ha detta la televisione" è ancora importante, perchè in mezzo a tante televendite e a tanta pubblicità riusciamo ancora qualche volta a farvi drizzare le orecchie o a strapparvi un sorriso, perchè la televisione accesa vi fa compagnia pure se non la guardate, e ve la continuerà a fare anche adesso, ora che non si vedrà mai più annebbiata ma al massimo squadrettata, perchè i tempi cambiano e con questo digitale la nebbia diventa un quadretto. Un quadretto che solo in Sicilia significa un migliaio di posti di lavoro diretti e un indotto ancora più importante, paradossalmente sempre più a rischio in modo direttamente proporzionale alla quasi odiosa perfezione che questo digitale terrestre porterà nelle vostre case, un futuro ancora meno sicuro grazie ad un governo regionale che non è riuscito ad aiutare in tempo le emittenti locali, molte delle quali in serie difficoltà. Ma le cose devono andare avanti, e poco importa se invece che una quarantina di canali se ne vedranno duecento e nella maggior parte saranno solo doppioni e pay-tv, e se sarà sempre più difficile trovarci in mezzo ai canali dei potenti gruppi editoriali, perchè i tempi continueranno a cambiare le tecnologie e le regole e del gioco, ma non riusciranno a sconfiggere la voglia di continuare ad entrare in punta di piedi nelle vostre case.

Tocca a noi completare l'opera, da qui all'alba il cambiamento epocale sarà compiuto e saremo noi a consegnare a oltre 60 milioni di abitanti un'Italia completamente digitale, stacco il cervello dai miei guai per qualche ora per affrontare una delle notti più importanti della storia del mondo delle comunicazioni. Buon lavoro a tutti i colleghi, ancora un po' di tarature e cominciamo a switchare gli ultimi impianti della provincia di Palermo..."

 

* (Oggi Roberto Scaglione -  nato a Sciacca per la precisione, ma Palermitano dentro - è capostruttura tecnico di un gruppo siciliano comprendente 4 Tv - Siciliamedia Tv e 2 Radio - Studio DX)

 

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Siamo (quasi) passati al digitale.  A quest’ora un buon 90% dell'opera sarà completata, qualche strascico ci sarà comunque almeno fino a giorno 15. Molti non noteranno la differenza, per molti non cambierà nulla, ma chi la televisione l’ha vissuta, la vive e soprattutto “la fa” è cambiamento importante. Volevamo che questo “cambiamento epocale” fosse raccontato attraverso  le parole di una persona che di televisione vive da quando era ragazzino. Una ventata di romanticismo che non guasta mai, mista ad amarezza per la disastrosa situazione in cui si trovano le emittente televisive locali (soprattutto le più piccole), lanciata da un professionista del settore.

Parole scritte stanotte, mentre come tutti gli altri colleghi e tecnici era al lavoro, facendo la spola tra la sua emittente televisiva e le “antenne” di Monte Pellegrino,  per  “andare a spegnere gli ultimi impianti analogici…”

 

Magari emozionerà voi, che siate del mestiere o meno, come ha emozionato noi di Palermo Report.  Lui è *Roberto Scaglione .

 

Stanotte cambia la storia della televisione e sono triste, felice ma pur sempre triste, perchè saranno pure passati quasi trentacinque anni ma il panico della prima pellicola a fuoco non l'ho ancora dimenticato, e sarà pure che avevo poco più di dieci anni ma il nascondermi col mio piccolo camice bianco all'arrivo delle persone importanti è stanotte un ricordo presente più che mai. Troppo presente per dimenticare che crederci, nelle cose, fa veramente la differenza. Ci credevo quando stupivo con le mie piccole manine su quelle rudimentali apparecchiature e ci credo ancora in una notte calda come questa, con almeno trent'anni di più e con una passione immutata. Eravamo a cavallo fra i '70 e gli '80, avevo già cominciato a fare la radio da qualche anno e continuo a farla ininterrottamente da allora, ma il ricordo del giorno in cui decisi che la mia vita sarebbe stata radio per passione e TV per professione è stanotte più nitido che mai. Nitido come il digitale che è arrivato in queste ore, a portare una dirompente ventata di novità insieme all'ennesimo pugno in faccia alle piccole realtà locali, già decimate nel 1990 dalla legge Mammì e nel ventennio seguente dalle allettanti offerte dei grossi network nazionali. E ora? Ora ci sono una cinquantina di emittenti che dopo decenni di investimenti e sacrifici dovranno andare in affitto da altri operatori per cercare di non buttare tutto alle ortiche, progetti e livelli occupazionali seriamente in pericolo in una regione nella quale, obiettivamente, di qualche altro centinaio di disoccupati se ne farebbe volentieri a meno. E per molti di noi, quelli più romantici, insieme alla malinconia per le nostre vecchie e care televisioni libere, aleggia la paura di perdere l'oggetto della nostra passione, quella in cui hai creduto e intorno alla quale hai costruito la vita. Perchè se hai poco più di dieci anni e ti prende l'idea che premendo qualche bottone la gente grazie a te si informa, si emoziona, si diverte, o si addormenta, il danno è fatto... ed è un danno che per chi pensava per me un futuro diverso, da "professionista" giusto per non interrompere le tradizioni familiari, è stato in qualche modo un dolore, una passione da non reprimere ma un percorso professionale da ostacolare a tutti i costi. E invece no, invece sono ancora qui stanotte, a contribuire a cambiare tutto, solo con i miei ricordi e le mie apparecchiature, diverse... troppo diverse da quelle di allora, più piccole e silenziose, più illuminate e troppo perfette per essere anche solo paragonate a quelle, ma con la stessa anima per chi continua a guardarle pure con gli occhi del cuore. Perchè pure se lo dicono in molti, siamo veramente noi quelli che facciamo il lavoro più bello del mondo, siamo i vostri occhi dove i vostri occhi non vedono e le vostre orecchie dove le vostre orecchie non sentono, siamo qui anche a Natale e a Ferragosto perchè la televisione non si spegne mai, perchè sarà pure passato più di mezzo secolo da quel 3 gennaio del 1954, ma il fatto che una cosa "l'ha detta la televisione" è ancora importante, perchè in mezzo a tante televendite e a tanta pubblicità riusciamo ancora qualche volta a farvi drizzare le orecchie o a strapparvi un sorriso, perchè la televisione accesa vi fa compagnia pure se non la guardate, e ve la continuerà a fare anche adesso, ora che non si vedrà mai più annebbiata ma al massimo squadrettata, perchè i tempi cambiano e con questo digitale la nebbia diventa un quadretto. Un quadretto che solo in Sicilia significa un migliaio di posti di lavoro diretti e un indotto ancora più importante, paradossalmente sempre più a rischio in modo direttamente proporzionale alla quasi odiosa perfezione che questo digitale terrestre porterà nelle vostre case, un futuro ancora meno sicuro grazie ad un governo regionale che non è riuscito ad aiutare in tempo le emittenti locali, molte delle quali in serie difficoltà. Ma le cose devono andare avanti, e poco importa se invece che una quarantina di canali se ne vedranno duecento e nella maggior parte saranno solo doppioni e pay-tv, e se sarà sempre più difficile trovarci in mezzo ai canali dei potenti gruppi editoriali, perchè i tempi continueranno a cambiare le tecnologie e le regole e del gioco, ma non riusciranno a sconfiggere la voglia di continuare ad entrare in punta di piedi nelle vostre case.

Tocca a noi completare l'opera, da qui all'alba il cambiamento epocale sarà compiuto e saremo noi a consegnare a oltre 60 milioni di abitanti un'Italia completamente digitale, stacco il cervello dai miei guai per qualche ora per affrontare una delle notti più importanti della storia del mondo delle comunicazioni. Buon lavoro a tutti i colleghi, ancora un po' di tarature e cominciamo a switchare gli ultimi impianti della provincia di Palermo...

*(Oggi Roberto Scaglione è capostruttura tecnico di un gruppo siciliano comprendente  4 Tv  - Siciliamedia Tv e 2 Radio - Studio DX)